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| IDG881302312 | |
| 88.13.02312 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Beria di Argentine Adolfo
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| Il Procuratore Generale di Milano analizza i dati sulle sentenze
della magistratura italiana. Alla Giustizia non fanno male le
assoluzioni ma il carcere prolungato in attesa di giudizio
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| Corr. sera, an. 113 (1988), fasc. 173 (12 agosto), pag. 12
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| (testo con illustrazioni)
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| D023; D68
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| In seguito alla pubblicazione dei dati sul numero degli imputati che
in Italia vengono assolti o condannati vi e' stata una generale
sollevazione da parte della stampa, che ha indicato nei magistrati i
principali responsabili di un eccessivo numero di imputazioni rimaste
poi senza esito. L' A. svolge una serie di considerazioni, tese a
dimostrare che una piu' attenta lettura dei dati forniti dal
Ministero consente di ridimensionare notevolmente il numero dei casi
in cui i giudici hanno ritenuto infondata l' accusa; infatti sono
numerosissimi i casi di remissione di querela, amnistia,
prescrizione, incapacita' di intendere e di volere, perdono
giudiziale, in cui la mancata condanna non significa che il reato non
sia stato commesso. Inoltre, l' A. sottolinea le forti diversita' fra
giudizio in istruttoria e giudizio dibattimentale. Da quanto esposto,
deriva che solo raramente le assoluzioni al termine di un processo
vanno fatte risalire a gravi errori compiuti in fase istruttoria. L'
A. conclude che indubbiamente il nostro sistema processuale va
rivisto (non per niente sta per entrare in vigore il nuovo codice) e
che il comportamento di alcuni magistrati va censurato; ma le
critiche superficialmente rivolte alla Magistratura in questi giorni
vanno respinte perche' infondate. (Titolo: 5 col / Testo: 2 col).
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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