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| IDG881303276 | |
| 88.13.03276 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Fumagalli Carulli Ombretta
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| Recupero si' ma fatto seriamente
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| Giornale, an. 15 (1988), fasc. 246 (3 novembre), pag. 6
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| (testo con tabelle e/o grafici)
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| D51414; D18824; D68
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| Alcuni commentatori hanno espresso il timore che i meccanismi propri
del nuovo codice di procedura penale possano costituire un oggettivo
incentivo all' uso della droga, per via della norma che fa
riferimento all' applicazione di misure cautelari personali per gli
imputati tossicodipendenti. Secondo questa tesi bastera' che i
criminali dimostrino di essere tossicodipendenti in cura di recupero
presso una struttura organizzata e riconosciuta per evitare la
galera. A giudizio dell' A., questa analisi non convince; anzitutto
perche' il nuovo codice prevede che anche un tossicodipendente possa
andare in carcere quando sussistano esigenze cautelari di eccezionale
rilevanza, e poi perche' addurre un inconveniente non significa
risolvere l' intera questione. Certo i nostri presidi sanitari sono
carenti e le comunita' terapeutiche insufficienti e inadeguate, ma
concludere che i drogati debbano comunque entrare in carcere appare
argomento eccessivo. (Titolo: 3 col / Testo: 1 col).
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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