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| IDG881303277 | |
| 88.13.03277 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Cervi Mario
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| Non e' ver che sia la morte
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| Giornale, an. 15 (1988), fasc. 247 (4 novembre), pag. 1
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| D51414; D18824
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| L' A. esprime la convinzione che la lotta alla droga sia persa in
partenza se non si agisce contemporaneamente per impedire lo spaccio
e per impedire il consumo. La legge del 1975 ha separato la figura
dello spacciatore da quella del tossicodipendente, ignorando che
nella realta' esse si confondono spesso. Senza il
"drogato-spacciatore" la rete di distribuzione della droga perderebbe
molta della sua efficienza; ma l' impunita' per chi detenga droga in
"modica quantita'" destinata all' uso personale ha disarmato polizia
e magistrati. Occorre quindi una nuova legge che affermi che drogarsi
non e' lecito; una volta stabilito questo principio bisogna decidere
quali sanzioni possano essere adottate contro chi si droga. L' A.
esclude che si possa far ricorso al carcere, in quanto si tratterebbe
di una sanzione eccessiva, difficilmente applicabile e inutile. Non
resta dunque, conclude l' A., che il ricovero coatto nelle comunita'
terapeutiche; che sono oggi pero' insufficienti. E' quindi necessario
potenziarle, utilizzando la spinta che viene dal volontariato.
(Titolo: 2 col / Testo: 1 col).
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| l. 22 dicembre 1975, n. 685
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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