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53629
IDG881303383
88.13.03383 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Rodota' Stefano
Il declino del Parlamento
Repubblica, an. 13 (1988), fasc. 261 (29 novembre), pag. 12
D021; D02113
L' A. traccia un quadro della situazione in tema di riforme istituzionali. Premesso che e' finito l' equivoco secondo cui sia possibile mantenere distinti i "due tavoli", quello della politica e quello delle riforme, avverte che obiettivo principale di DC e PSI e' di mutare radicalmente il ruolo del Parlamento, riducendone il peso. Conseguenza di questo progetto e' la corporativizzazione della societa'. Per fermare il declino del Parlamento bisognerebbe procedere ad una sua radicale semplificazione e all' incremento dei poteri di controllo, ma difficilmente ci si muovera' in questa direzione. L' A. analizza poi le possibili conseguenze dell' introduzione del voto palese, osservando che si va verso un appiattimento del dibattito parlamentare che non promette nulla di buono. Conclude facendo notare che il potere di scioglimento delle Camere sembra spostarsi dal Capo dello Stato alle segreterie dei partiti, le quali hanno minacciato nuove elezioni nel corso del dibattito sull' abolizione del voto segreto. (Titolo: 2 col / Testo: 1.5 col).
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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