| secondo l' a. non e' stata compiuta ancora una indagine esauriente
sul ruolo che, nel nostro ordinamento, hanno le forze di opposizione.
l' a. compie a questo fine un' analisi concettuale dei termini
maggioranza, minoranza ed opposizione onde determinarne l' ambito in
cui egli ne fa uso. secondo l' a. la presenza nel parlamento di uno o
piu' partiti di opposizione influisce sempre sul programma politico
del governo. l' esame attento delle attivita' parlamentari mostra
come nel nostro sistema, malgrado tutte le affermazioni reciproche di
incompatibilita' e di ripulsa, l' azione delle camere si sviluppi
sulla base di un compromesso che coinvolge tutte le forze che sono
presenti in esse. l' a. conclude affermando come non possono
considerarsi antidemocratici quegli ordinamenti, come quello inglese
ad esempio, che non abbiano in se' gli strumenti per spingere ad un
sostanziale compromesso gli schieramenti contrapposti. il principio
maggioritario infatti, pur non potendo ritenersi di essere la
espressione unitaria del popolo, non puo' in nessun modo dirsi in
contrasto col concetto di democrazia. la possibilita' di pervenire ad
un compromesso tra maggioranza ed opposizione sussiste invece dove
non e' possibile che l' opposizione si sostituisca al partito al
governo, dove non vi e' alternanza al governo fra le varie forze
contrapposte. in questo caso le istanze dei gruppi minoritari vengono
recepite dal governo. anche la tendenza al compromesso pero',
conclude l' a., non e' esente da difetti.
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