| la prevalente dottrina commercialistica classica nega l' esistenza
dell' avviamento agricolo in quanto ritiene che in agricoltura non
possa sussistere alcuna organizzazione giuridica dotata dei caratteri
propri della impresa in senso tecnico. l' a. rigetta questa tesi
sostenendo che anche l' impresa agricola, come quella commerciale,
produce per il mercato, e' quindi dotata di un contenuto
tecnico-ooganizzativo che la qualifica come impresa, inoltre, sotto
l' aspetto giuridico, appare come organizzazione non solo di beni, ma
anche di rapporti. d' altro canto, continua l' a., e' lo stesso
codice civile, come si evince dal disposto dell' art. 2135, a dare il
concetto di impresa agricola. cio' chiarito l' a. afferma sussistere
anche per l' impresa agricola la necessita' di tutelarne l'
organizzazione aziendale di fronte ad attacchi esterni. tale tutela,
ritiene l' a., si ottiene applicando ad essa gli istituti dell'
avviamento e del marchio nonche' difendendola dalla concorrenza
sleale, senza con questo ricondurla nell' ambito commerciale.
proseguendo nell' esame dell' impresa agricola, l' a., ritiene che l'
espressione "attivita' connesse", contenuta nell' art. 2135 codice
civile, vada interpretata, in accordo col progresso economico del
settore agricolo, in senso ampio. l' a., a conclusione, propone un
esame storico dell' evoluzione che ha interessato l' azienda agricola
negli ultimi 50 anni nonche' un accenno a quello che potrebbe essere
il futuro dell' agricoltura italiana nel quadro del mec.
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