| il fatto che oggi si sia diffusa la parola "potere" a sostituzione di
quelle precedenti quali "diritto", "liberta'", "giustizia", ha un suo
preciso significato. nota l' a. che tutti coloro che oggi parlano di
potere rivelano, pur se non ne hanno la consapevolezza, un retroterra
culturale che va da machiavelli a mao, ed una psicologia marcusiana
che unisce edonismo ed utopismo. gli uomini, secondo l' a., non erano
mai stati, come in questo secolo, cosi' privi di limiti in questa
passione verso il potere. l' a. compie un' attenta analisi delle
varie concezioni storiche sul potere e sulla loro concretizzazione
nelle varie epoche. se puo' parlarsi di una ambiguita' del potere,
osserva l' a., cio' si deve al fatto che l' ambiguita' e' una
componente propria dell' uomo, che egli comunica a tutto cio' che
avvicina e quindi, anche al potere. il potere, pur offrendo grandi
possibilita' di operare l' utile della collettivita', offre anche
grandi possibilita' di danneggiarla, in quanto esalta le qualita'
deteriori dell' ego e lo distacca dal prossimo. allora, conclude l'
a., un minor potere conduce ad un minor danno. per il bene di tutti
e' necessario limitare il potere. il fatto che i gruppi minoritari
oggi, invece di chiedere diritto e giustizia, reclamino potere, e'
indicativo di una corruzione propria del nostro tempo; l' oppresso
non chiede la fine dell' oppressione, ma pretende il posto dell'
oppresso e ne parla il linguaggio
| |