| l' a. rileva come, sia nel trattato cee come nel trattato di parigi
siano presenti molte norme che prevedono una politica regionale delle
comunita' europee, per attuare l' unita' economica degli stati membri
e ridurre le disparita' tra le diverse regioni. l' a. si pone il
problema di tale attuazione dal punto di vista delle istituzioni e
della loro eventuale evoluzione. la banca europea, ad esempio, non ha
svolto il suo compito istituzionale di valorizzazione delle regioni
meno sviluppate ma e' stata ridotta nei limiti consueti di ogni
organismo creditizio. una decisione del consiglio 1 febbraio 1971
attribuisce al fondo speciale una importante funzione di equilibrio
nella situazione dell' occupazione nelle varie regioni. la comunita'
europea dell' energia atomica, peraltro, non ha svolto funzione
notevole per ridurre gli squilibri regionali a causa del suo mancato
funzionamento. nel 1962 e' stato creato il fondo agricolo delle cee
per il finanziamento della politica agricola, con possibilita' di
interventi prioritari nella programmazione dello sviluppo organico di
una regione, il quale pero' non ha potuto incidere molto a causa
soprattutto della esiguita' dei fondi. nel vertice di parigi i capi
di stato e di governo hanno riaffermato la volonta' di instaurare una
unione economica e monetaria, e di perseguire il superamento delle
disparita' regionali. ma il fatto piu' importante emerso dalla
riunione e' stata la creazione di un fondo di sviluppo regionale, con
il compito di correggere gli squilibri regionali, gia' affidato alla
banca europea, con conseguente creazione di problemi di competenza
tra i 2 organi. un ulteriore problema sorge riguardo alla
destinazione del fondo, cioe' alla prevalenza degli squilibri
agricoli o industriali.
| |