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| IDG751203109 | |
| 75.12.03109 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| tamiozzo raffaele
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| interpretazione della nuova disciplina legislativa sui ricorsi
generali: il silenzio-rigetto
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| nota a cons. stato, sez. iv, 3 luglio 1973, n. 670
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| Rass. avv. stato, an. 25 (1973), fasc. 6, pt. 1, pag. 1127-1131
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d15124
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| in linea con l' interpretazione giurisprudenziale e dottrinaria della
disciplina legislativa sui ricorsi gerarchici, la decisione annotata
ha ritenuto che il contegno omissivo dell' organo cui sarebbe
spettato decidere sul ricorso gerarchico, deve essere equiparato ad
una decisione sfavorevole per il reclamante, alla quale il giudice
investito del successivo ricorso giurisdizionale presta, rispetto
alle censure di legittimita', la motivazione da esso ritenuta piu'
congrua. pertanto il ricorso giurisdizionale deve investire vizi del
provvedimento gia' impugnato in sede gerarchica e non gia' il difetto
di procedimento e di motivazione dell' organo investito della
decisione sul ricorso gerarchico. oltre che ridurre lo spatium
deliberandi la nuova normativa ha abolito anche i lunghi termini
prima vigenti, con l' applicazione del principio "dies interpellat
pro homine" in relazione alla abolizione della messa in mora, in
quanto l' amministrazione va ritenuta gia' messa in mora per effetto
della semplice presentazione del ricorso.
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| d.p.r. 24 novembre 1971, n. 1199
l. 6 dicembre 1971, n. 1034
r.d. 3 marzo 1934, n. 383
t.u. 26 giugno 1924, n. 1054
art. 328 c.p.
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