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| IDG750601482 | |
| 75.06.01482 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| barone c.m.
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| nota a cass. 14 giugno 1972, n. 1887
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| Foro it., vol. 96, an. 98 (1973), fasc. 2, pt. 1, pag. 530-533
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| (Bibliografia: a pie' di pagina o nel corpo del testo)
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| d4300; d434; d4380; d40550; d4314; d915
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| divulgativo
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| casistica
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| l' a. illustra, anche alla luce dei precedenti giurisprudenziali, il
principio affermato nella annotata sentenza. in base ad esso, l'
opposizione agli atti esecutivi, con la quale uno dei condebitori
esecutati in solido chiede la revoca dell' ordinanza del giudice
dell' esecuzione contenente l' indicazione del prezzo base d' asta,
al fine di ottenere la determinazione di un prezzo piu' alto, non da'
luogo ad un litisconsorzio necessario nei confronti degli altri
condebitori. l' a. fa soprattutto rilevare come non esistano in
giurisprudenza indirizzi contrari a quello citato. in merito poi al
problema della notifica degli atti giudiziari per mezzo del servizio
postale, l' a. fa rilevare la singolarita' della fattispecie concreta
esaminata nella annotata sentenza ed i contrastanti indirizzi
giurisprudenziali in tema di notifica per posta. infine viene
affrontato il tema dell' opposizione all' ordinanza di vendita del
giudice di esecuzione al fine di ottenere una diversa determinazione
del prezzo base d' asta degli immobili pignorati.
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| art. 617 c.p.c.
art. 149 c.p.c.
art. 492 c.p.c.
art. 494 c.p.c.
r.d. 18 aprile 1940, n. 689
r.d. 16 luglio 1905, n. 646
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| Scuola perf. dir. civile - Univ. Camerino
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