| l' a. rileva come, nelle polemiche in corso sul modo di amministrare
giustizia a roma, suscitate dal caso dei fratelli caltagirone, sia
corrente la preoccupata affermazione che ci si trovi di fronte ad uno
scontro di potere all' interno della magistratura romana, inquinata
ormai dalla "commistione tra politica e giustizia". certo, afferma l'
a., il palazzo di giustizia romano e' stato in piu' occasioni teatro
di faide di potere, ma il caso dei 34 sostituti della procura romana
e dei 15 giudici della sezione fallimenti non ha nulla a che vedere
con tutto questo: non si tratta di una rivendicazione di potere ma di
una istanza consapevole e democraticamente espressa di radicale
mutamento dei criteri di gestione del potere da parte dei capi degli
uffici. certo, lo scandalo caltagirone richiede un intervento urgente
sul funzionamento degli uffici giudiziari della capitale, ma al di
la' di esso e' necessario intervenire sui meccanismi istituzionali
che lo hanno reso possibile; occorrono, sottolinea l' a., criteri
democratici nella scelta dei capi e nell' assegnazione dei processi.
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