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| IDG831302031 | |
| 83.13.02031 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Assennato Sante
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| Impiegate pubbliche non piu' discriminate
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| Paese sera, an. 34 (1983), fasc. 248 (14 settembre), pag. 10
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| D04000; D143
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| La Corte Costituzionale, con sentenza 7 aprile 1983, n. 87, ha
cancellato dal nostro ordinamento il trattamento discriminatorio in
tema di "aggiunta di famiglia". La sentenza dispone che "e'
illegittimo, per violazione dell' art. 3 della Costituzione, l' art.
4 comma 5 della l. 11 aprile 1950, n. 130, come modificato dall' art.
8 della l. 8 aprile 1952, n. 212, che, senza razionali
giustificazioni, introduce limitazioni al diritto del personale
femminile coniugato alle quote di aggiunta di famiglia per la prole
minorenne in caso di disoccupazione del marito, prevedendo la
corresponsione di dette quote per un periodo limitato e discontinuo,
determinato dall' art. 4 del d.p.r. 3 giugno 1955, n. 592 in non piu'
di due anni e non reiterabile se non trascorso almeno un anno dal
compimento del suddetto periodo". L' A. commenta favorevolmente
questa sentenza ponendo in rilievo polemicamente la resistenza
opposta dalla Presidenza del Consiglio nel corso del procedimento.
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| art. 3 Cost.
art. 4 comma 5 l. 11 aprile 1950, n. 130
art. 8 l. 8 aprile 1952, n. 212
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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