| 27995 | |
| IDG831302636 | |
| 83.13.02636 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Sa. C.
| |
| Psi, Pri e parte della Dc favorevole al voto palese; il Pci vuol
difendere il deputato dagli apparati. Partiti divisi sull' abolizione
del voto segreto
| |
| | |
| | |
| | |
| Sole, an. 191 (1983), fasc. 243 (19 ottobre), pag. 2
| |
| | |
| D02113
| |
| | |
| | |
| | |
| Viene pubblicata una tabella dalla quale e' possibile verificare che
in quasi tutti gli altri Parlamenti la regola e' il voto palese. L'
A. parte da questa constatazione per un' illustrazione critica della
posizione dei partiti nei confronti delle proposte di abolizione del
voto segreto. Contrari i comunisti: secondo Ugo Spagnoli,
vicecapogruppo, "fino a quando saranno cosi' invadenti il peso e l'
arroganza dei partiti, il voto segreto costituisce una garanzia
inalienabile di liberta' per ciascun deputato". I socialisti, per
bocca di Ugo Intini, replicano che il voto segreto "privilegia la
proliferazione dei gruppi, lobbies e correnti". I repubblicani
propendono per un ridimensionamento del voto segreto. Analoga
posizione e' seguita dalla corrente democristiana di "Forze Nuove".
L' A. rileva, tuttavia, che il deputato "obiettore" quando non
potesse piu' manifestare il dissenso col voto segreto potrebbe
assumere altri atteggiamenti per colpire il provvedimento che non
approva.
| |
| | |
| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
| |