| Il Presidente di Tribunale Michele Coiro ha sostenuto che il processo
penale non e' adeguato alla Costituzione, in particolare la fase
istruttoria basata sul segreto e sul metodo inquisitorio. Negli
ultimi anni, inoltre, si e' delineata la tendenza ad "autonomizzare"
proprio questa fase, a privilegiarla rispetto al dibattimento. Di
conseguenza, il giudice anziche' controllare la polizia la dirige,
trasformandosi da magistrato in poliziotto. In sostanza, la difesa ha
sempre meno peso nell' istruttoria, i cittadini vedono dissolversi le
garanzie, proprio al contrario di quanto si intende realizzare col
rito accusatorio, comune a tutti i Paesi occidentali. L' avvocato
Pietro D' Ovidio ha sottolineato l' esigenza di "riformare insieme
codici e strutture giudiziarie" e, nel frattempo, di "anticipare"
alcuni provvedimenti in linea con la riforma. In primo luogo occorre
ridurre la carcerazione preventiva. La non applicazione di tale
riduzione ai processi in corso e' fortemente sospetta di
incostituzionalita'. La carcerazione lunga come l' attuale, equivale
all' ammissione di fallimento dell' intero sistema processuale. Luigi
Scotti, magistrato dell' ufficio legislativo del ministero, si e'
richiamato ai disegni di legge presentati dal ministro Martinazzoli,
rilevandone alcuni aspetti positivi.
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