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| IDG831302833 | |
| 83.13.02833 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Redazione
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| Un uso spinto della legge sui "pentiti"
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| Avanti, an. 87 (1983), fasc. 282 (30 novembre), pag. 5
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| D5101
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| Viene proposta una rassegna di reazioni critiche alla sentenza che ha
concesso la liberta' condizionale ai terroristi che tre anni orsono
assassinarono il giornalista Walter Tobagi. Francesco Tempestini:
nella sentenza vi e' un uso spinto all' esasperazione dei margini di
permissivismo contenuto nella legge sui pentiti, un uso che ne forza
il significato. Giuseppe Guzzetti: la sentenza, pur formalmente
legittima, lascia il dubbio di un' ingiustizia. Giuseppe Branca: la
legge sui pentiti e' gia' troppo generosa nei confronti dei
terroristi e la concessione della liberta' provvisoria agli assassini
suona come una grave offesa. Virginio Rognoni ha rilevato che in
circostanze come questa si manifestano duramente le tensioni fra le
esigenze della giustizia sostanziale e quelle della giustizia
formale. Pierluigi Romita: la legge sui pentiti e' utile, tuttavia la
sua interpretazione deve essere guidata da prudenza e oculatezza.
Aristide Gunnella: la legge sui pentiti e' stata utile, tuttavia la
sua applicazione puo' provocare sfiducia nelle istituzioni e nello
Stato. Aldo Bozzi ha rilevato, tra l' altro, che la legislazione sui
pentiti non puo' diventare un modello della nostra giustizia penale.
Valter Vecellio trova scandaloso e ripugnante l' accaduto, un'
autentica vergogna.
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| l. 29 maggio 1982, n. 304
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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