| L' A. affronta la questione della procedura da seguire per l'
approvazione della revisione del Concordato, di cui e' stata
annunciata la "sesta bozza". Secondo l' A., e' indispensabile, sia
per motivi politici che di carattere istituzionale, che il Parlamento
si pronunci sulla bozza di accordo prima della firma delle due parti
contraenti. Respinge la tesi secondo cui il Parlamento potrebbe
pronunciarsi attraverso i Gruppi parlamentari e, quindi, il Governo,
tenutone conto in qualche modo, potrebbe firmare il protocollo con la
Santa Sede. Dopo, il documento ufficiale tornerebbe alle Camere per
la ratifica, senza subire alcun mutamento. Secondo l' A., che
richiama la direttiva parlamentare del 1976 che impegnava il Governo
"a riferire al Parlamento prima della stipulazione del protocollo di
revisione", il "consenso del Parlamento alla revisione dei Patti
Lateranensi deve solennemente celebrarsi nelle apposite sedi delle
Camere, alla luce del sole e con una responsabile discussione su un
documento da votare".
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