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| IDG831302991 | |
| 83.13.02991 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Redazione
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| Nelle reazioni il timore di una crisi dello Stato di diritto. Il
verdetto dei giudici fa esplodere polemiche sulla legislazione d'
emergenza
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| Paese sera, an. 34 (1983), fasc. 324 (30 novembre), pag. 3
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| D5101
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| Vengono riportate prese di posizione nei confronti della sentenza del
processo ai terroristi che, tra l' altro, assassinarono il
giornalista Walter Tobagi, sentenza che ha visto applicata la legge
sui "pentiti" 29 maggio 1982, n. 304 e per la quale i principali
imputati sono stati condannati a pene blande e, quindi, rimessi in
liberta' provvisoria. In sintesi, questi i giudizi. Virginio Rognoni:
la sentenza eccezionale manifesta l' eccezionalita' della legge. Aldo
Bozzi: la legislazione sui pentiti, adottata in momenti eccezionali,
non puo' diventare un modello della nostra giustizia penale. Giacomo
Mancini: e' tempo che si ponga mano alla revisione di leggi che sono
in contrasto con i principi di liberta' e di democrazia. Antonio
Gava: la legge ha agevolato la sconfitta del terrorismo; non puo'
essere estesa, pero', ad altri reati. Marco Pannella: esprime
solidarieta' ai giudici che hanno dovuto applicare una legge
"infame". Stefano Rodota': i giudici hanno applicato la legge, ma la
vicenda deve indurre ad una piu' profonda riflessione sull' uso di
strumenti come quelli previsti a favore dei pentiti. Ugo Intini: la
sentenza rappresenta "una giornata nera per lo Stato di diritto".
Luciano Violante: i giudici hanno applicato la legge sui pentiti e i
giudizi sulla sentenza sono fuori dal clima di emergenza che produsse
la normativa antiterrorismo e sui pentiti.
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| l. 29 maggio 1982, n. 304
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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