| L' A., dell' Ufficio Scuola Nazionale del PSI, si inerisce nel
dibattito sul documento della CEI sulla scuola cattolica. Esaminato
criticamente tale documento nel contesto storico-culturale in cui si
inserisce, l' A. ritiene, in particolare, che la richiesta di
finanziamenti da parte dello Stato a favore della scuola cattolica e'
da respingere. Non solo come richiesta in se', ma in quanto viene
riproposta la dipendenza-discendenza della cultura della fede, quella
"istituzionalizzata" nella tradizione della Chiesa cattolica. Questa
impostazione e' agli antipodi della concezione del mondo e della
storia laica e relativistica, ideologicamente pluralistica. Lo Stato
dovrebbe fornire i mezzi materiali con i quali i cattolici dovrebbero
provvedere alla loro riproduzione ideologica e culturale. Atrettanto
si dovrebbe fare, polemizza l' A., con i "marxisti" o con qualunque
altro gruppo di cittadini portatori di una particolare concezione del
mondo. I cattolici, quindi, sono liberi di promuovere le "loro"
scuole; lo Stato deve provvedere, invece, alla scuola di "tutti" i
cittadini italiani. Il documento della CEI, conclude l' A., sembra
animato dal timore che la capacita' della religione cattolica di
estendere o conservare la propria influenza possa manifestarsi
solamente in un "luogo" protetto dalla concorrenza di altri modelli e
valori culturali, a spese dello Stato.
| |