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| IDG841301515 | |
| 84.13.01515 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Martinazzoli Mino; (a cura di Anzani Giuseppe)
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| Intervista. Signor ministro, guarira' la giustizia?
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| Avvenire, an. 17 (1984), fasc. 110 (10 maggio), pag. 4-5
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| (testo con illustrazioni)
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| D023; D0230; D644
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| (Sommario: Giuseppe Anzani, magistrato, ha fatto sedere sul banco
degli interrogati Mino Martinazzoli, responsabile del dicastero piu'
complesso e scottante dell' intero governo. Ecco il resoconto di
questo incalzante interrogatorio senza imputati e senza accusatori.
"Io mi fisso traguardi modesti, che non significa mediocri. E cosi'
il cammino si avvia". E' il suo stile: contro la retorica della
catastrofe e l' ansia di chi vorrebbe riformare l' universo ("con il
risultato che si sta sempre fermi") procede a piccoli passi, per
avvicinamenti successivi. "Lavoro senza impazienza e con ostinazione"
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| (Titoletti: "Coniugare certezza, efficienza e garanzie. Questo e' il
compito")
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| L' A. esamina, nel corso di una lunga intervista, lo stato della
giustizia in Italia. Osserva in primo luogo che la situazione non e'
catastrofica come alcuni vorrebbero far credere, e che il futuro non
si presenta comunque facile: e' necessario porsi alcuni obiettivi
reali, concreti e raggiungibili. Esprime la massima fiducia nei
confronti di avvocati e giudici e difende l' indipendenza della
magistratura, pur facendo notare che il problema di un' eccessiva
politicizzazione dei giudici e' reale. Una revisione dell'
ordinamento giudiziario e' indispensabile per un piu' efficace
funzionamento della giustizia, cosi' come sarebbe utile l'
istituzione del giudice di pace. L' A. si sofferma poi a lungo sui
temi della professionalita' e dell' imparzialita' dei magistrati,
ribadendo che i giudici (e le loro associazioni) dovrebbero astenersi
dal commentare le sentenze e le leggi da un punto di vista
strettamente politico. L' A. passa poi ad esaminare la situazione
carceraria, analizzando con particolare attenzione i problemi della
rieducazione e delle carceri di massima sicurezza. Dopo aver
ricordato che la lotta al terrorismo non e' ancora finita, conclude
rilevando la necessita' di dare alla giustizia penale un assetto
stabile, non piu' legato a leggi "dell' emergenza" varate sull' onda
emotiva di alcuni episodi di cronaca.
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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