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Documento


32629
IDG841301659
84.13.01659 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Tamburino Giovanni
Le polveriere di Stato. Ecco come avere meno detenuti in attesa di giudizio
Paese sera, an. 35 (1984), fasc. 119 (1 maggio), pag. 11
D6113; D644
(Sommario: La carcerazione preventiva costituisce un fattore di profondo disordine del sistema carcerario e ostacola un' efficace programmazione operativa)
In un precedente articolo, gia' riassunto, l' A. aveva sostenuto essere frutto di un errore di prospettiva l' idea secondo cui se non esistesse la carcerazione preventiva il carcere non soffrirebbe del male del sovraffollamento. Tuttavia essa costituisce un fattore di profondo disordine del sistema carcerario, ostacolando un' efficace programmazione logistica, operativa e trattamentale, per cui occorre diminuire il ricorso ad essa. L' A. esamina le cause della smisurata crescita di questa misura, che ravvisa nell' aumento di fenomeni che accentuano l' esigenza di interventi immediati, unitamente alla sfiducia nella capacita' del processo di fornire una risposta finale adeguata, quanto al tempo e al contenuto, e alla necessita' di pronto intervento di fronte a fatti non gravi in se', ma tali che, in mancanza di qualsiasi risposta, provocano effetti maggiori. Al fine di riduzione della carcerazione preventiva occorre dotare il sistema giuridico di mezzi di risposta diversi dalla carcerazione, pur tuttavia efficaci. Rendendo piu' efficace il meccanismo processuale si verificherebbe una riduzione del ricorso alla carcerazione preventiva, ma non una riduzione del numero dei detenuti, in un contesto di crescente criminalita': aumenterebbe il numero dei detenuti definitivi.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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