| In un precedente articolo, gia' riassunto, l' A. aveva sostenuto
essere frutto di un errore di prospettiva l' idea secondo cui se non
esistesse la carcerazione preventiva il carcere non soffrirebbe del
male del sovraffollamento. Tuttavia essa costituisce un fattore di
profondo disordine del sistema carcerario, ostacolando un' efficace
programmazione logistica, operativa e trattamentale, per cui occorre
diminuire il ricorso ad essa. L' A. esamina le cause della smisurata
crescita di questa misura, che ravvisa nell' aumento di fenomeni che
accentuano l' esigenza di interventi immediati, unitamente alla
sfiducia nella capacita' del processo di fornire una risposta finale
adeguata, quanto al tempo e al contenuto, e alla necessita' di pronto
intervento di fronte a fatti non gravi in se', ma tali che, in
mancanza di qualsiasi risposta, provocano effetti maggiori. Al fine
di riduzione della carcerazione preventiva occorre dotare il sistema
giuridico di mezzi di risposta diversi dalla carcerazione, pur
tuttavia efficaci. Rendendo piu' efficace il meccanismo processuale
si verificherebbe una riduzione del ricorso alla carcerazione
preventiva, ma non una riduzione del numero dei detenuti, in un
contesto di crescente criminalita': aumenterebbe il numero dei
detenuti definitivi.
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