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37771
IDG851301466
85.13.01466 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Scarpelli Uberto
Cronache del diritto. Il referendum, o la macchina inutile
Mondo economico, an. 38 (1985), fasc. 19-20 (20 maggio), pag. 9
D021030
L' A., a proposito degli effetti giuridici che produrra' la vittoria degli abrograzionisti al referendum del 9 giugno, si richiama a quanto esposto da Alessandro Pizzorusso in un suo recente intervento su "Il foro italiano". L' articolazione del ragionamento di Pizzorusso per cui gli effetti giuridici saranno nulli, viene concentrata dall' A. in pochi capisaldi per cui il referendum ha efficacia abrogativa consistente nell' eliminazione di una disposizione normativa per il futuro, mentre la legge in questione da abrogare ha gia' esaurito i suoi effetti, essendo stati questi previsti per una durata limitata nel tempo, gia' trascorso. Quindi per il futuro non vi e' nessun effetto giuridico legato alla vittoria dei "si'" all' abrogazione del c.d. decreto di San Valentino. La richiesta di referendum da parte del PCI avrebbe quindi creato una macchina inutile, ma secondo Pizzorusso, riporta l' A., il referendum e la vittoria dei "si'" ha una sua logica nella scelta politica comunista di spezzare l' isolamento cui lo avrebbero condannato le altre forze politiche con scelte operate, mediante la decretazione d' urgenza, fuori dal Parlamento laddove il PCI puo' invece partecipare e far pesare la sua presenza. La vittoria del "si'" condannerebbe tale indirizzo per ridare centralita' al Parlamento. L' A. conclude definendo tutta la vicenda un "machiavellismo assai goffo" e auspica la vittoria del "no" quale condanna ad un referendum fuorviante e a tutta una realta' distorta, nella ricerca di ristabilire sul "machiavellismo" delle parti il dominio della legge costituzionale interpretata in buona fede, quale suprema virtu' della democrazia.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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