| L' A., prendendo spunto dal prossimo importante impegno istituzionale
concernente la successione nella presidenza della Corte
Costituzionale, rileva come la natura della Costituzione italiana,
per volonta' delle forze cattoliche e di sinistra presenti nell'
assemblea costituente, sia per larga parte programmatica attraverso
principi, anziche' organizzativa e imperativa come l' avrebbero
voluta le forze di matrice liberale. Questa particolare natura della
nostra carta fondamentale, dice l' A., fa si' che il compito della
Corte Costituzionale assuma una rilevanza di vera e propria
legislazione positiva anziche' una pura e semplice legislazione
negativa ovvero di rigida eliminazione delle norme in contrasto con
le disposizioni costituzionali. Si e' quindi creato nel sistema
costituzionale italiano un organo di legislazione sovrapposto a
quello parlamentare, una struttura, per definizione dell' A., di
"aristocrazia giurisdizionale", vuoi per la provenienza dei giuristi
che compongono la Corte, selezionata prima di tutto dagli studi e dai
precedenti personali e vuoi per le caratteristiche del ristretto
consesso. L' A. auspica, quindi, che tale aristocrazia giuridica
eserciti il suo potere con saggezza, lungimiranza, cura degli
interessi generali in una rigorosa indipendenza da ogni parte, senza
cedere a manovre di potere e lottizzazione.
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