| L' A. commenta i lavori del XVIII Congresso nazionale dei magistrati,
rilevando anzitutto che i giudici sembrano ormai rendersi conto di
aver conquistato troppo potere. Anche se hanno attribuito le maggiori
responsabilita' al potere politico, che non ha varato la riforma
processuale, essi hanno sviluppato una notevole autocritica,
riconoscendo, fra l' altro, che e' giunto il momento di contenere il
protagonismo di alcuni magistrati. Si e' percio' riconosciuto che
occorre ridurre il tasso di politicizzazione dell' organo di governo
della Magistratura. Su questo punto, l' A. conviene pienamente;
infatti, se non fosse garantita l' apoliticita' almeno dei membri
togati del Consiglio Superiore, non si potrebbe pretendere quella
apoliticita' dei giudici, inequivocabilmente voluta dal costituente.
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