| L' A., giudice di sorveglianza presso la Corte d' Appello di Firenze,
si richiama all' esperienza didattica di una classe di scuola media,
che ha svolto un tema sull' ospedale psichiatrico giudiziario del
proprio Paese, per svolgere una serie di riflessioni sul rapporto tra
gli internati e la realta' locale. Ben poco, afferma l' A., e' stato
fatto, a 10 anni dalla l. 26 luglio 1975, n. 354, per consentire alle
realta' locali di comprendere la natura e le funzioni sociali delle
istituzioni carcerarie. L' A., ritenuta ingiustificata la
sopravvivenza dell' ospedale psichiatrico giudiziario, sostiene la
necessita' urgente, almeno, di una radicale modifica di questa
istituzione, di cui traccia le linee essenziali.
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