| 38486 | |
| IDG851302182 | |
| 85.13.02182 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
| |
| Redazione
| |
| L' equivoco dei suoli
| |
| | |
| | |
| | |
| Sole, an. 121 (1985), fasc. 149 (10 luglio), pag. 4
| |
| | |
| D13101; D18201
| |
| | |
| | |
| | |
| La sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite 8 luglio 1985,
n. 4091 ha stabilito che le aree edificabili vanno indennizzate
secondo i criteri di cui alla l. 25 giugno 1865, n. 2359. La
riesumazione di questa antica legge e' stata possibile a causa delle
responsabilita' del legislatore che con la l. 28 gennaio 1977, n. 10
non e' stato capace di garantire i diritti di tutti i proprietari di
aree edificabili rispetto alle scelte delle autorita' locali. Il
sistema di indennizzo stabilito da quella legge trae fondamento dalla
finzione giuridica della "concessione a edificare", consistente nel
dare un nome diverso ad un' autorizzazione che, fino al 1977, era
denominata "licenza edilizia". Il legislatore, afferma l' A., dopo
aver inventato il principio che il diritto a costruire puo' essere
"concesso" dalla P.A. al proprietario del suolo (che non ha questo
diritto), ha poi preteso di consentire ai Comuni di destinare
determinate aree a pubblica utilita' dopo averle acquisite a basso
costo. Questa situazione ha creato disparita' fra i proprietari, che
ha provocato la sentenza della Corte Costituzionale 30 gennaio 1980,
n. 5.
| |
| l. 28 gennaio 1977, n. 10
l. 25 giugno 1865, n. 2359
C. Cost. 30 gennaio 1980, n. 5
Cass. sez. un. civ. 8 luglio 1985, n. 4091
| |
| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
| |