| L' A., riproponendosi di affrontare in una serie di articoli l'
analisi della crisi giudiziaria attualmente presente in Italia,
rileva fin da questo scritto che uno dei fattori della crisi medesima
deriva dall' attuale disparata provenienza sociale dei magistrati. L'
A. sottolinea, infatti, che la coerenza con cui veniva amministrata
la giustizia "sotto l' impero di una legge presa sul serio dai
giudici e interpretata in sostanziale fedelta' all' indirizzo
politico onde era ispirata", era il frutto della sostanziale comune
origine sociale dei giudici, tutti (salvo rarissime eccezioni) figli
di una borghesia legata allo Stato, preparata ad identificare il
proprio prestigio con il prestigio delle istituzioni, di matrice
ideologica liberale e risorgimentale. Per mantenere la stessa
uniformita' di comportamenti ed evitare che dinanzi allo stesso caso
il giudice figlio di operai a cultura socialista, il borghese
liberale e il cristiano forzassero in direzioni diverse le
possibilita' interpretative offerte dalla legge, sarebbe stato
opportuno, conclude l' A., dare ascolto a quanti proponevano l'
istituzione di un' accademia dei magistrati.
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