| L' A., segretario generale dell' Associazione Nazionale Magistrati,
interviene per chiarire, prima, il significato concreto di
indipendenza della Magistratura, che non puo' consentire pressioni o
condizionamenti esterni ne' interni. Poi, illustra le linee di una
politica giudiziaria per un giudice libero, dove liberta' non
significhi arbitrio o irresponsabilita', ne' limitazione dell'
indipendenza. In queste linee i momenti prioritari sono: quello del
reclutamento, del tirocinio e dell' aggiornamento professionale del
giudice; una ridefinizione dell' ufficio del giudice e l' adeguamento
delle strutture indispensabili; la riforma elettorale del Cons. Sup.
Mag.; una riforma che renda piu' "gestibili" i maxiprocessi e che
istituzionalizzi il pentitismo negli aspetti positivi per non
lasciare spazi alla logica negativa del sospetto. In particolare l'
A. sostiene la necessita' di chiudere la fase del pentitismo legato
all' emergenza, affrontando legislativamente in modo idoneo il
problema della dissociazione. Occorre definire il pentitismo della
criminalita' organizzata ipotizzando, ad esempio, una attenuante
specifica e, comunque, delineando normativamente un quadro di
riferimento probatorio chiaro e preciso.
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