| L' A. rileva come l' istituzione del Ministero del Bilancio fu dovuta
ad un provvedimento straordinario, preso nel 1947, che permetteva di
affidare a Luigi Einaudi le supreme funzioni decisionali in materia
di politica finanziaria, con lo scopo di bloccare l' inflazione,
stabilizzare i cambi con l' estero ed equilibrare il mercato interno,
creando cosi' i presupposti per la ricostruzione e lo sviluppo del
Paese. Osserva che, conclusa la vicenda einaudiana, il Ministero non
abbia piu' ragione di esistere, poiche' le sue limitate competenze
devono essere riportate al Ministero del Tesoro, il quale, a sua
volta, e' gia' affiancato dal Ministero delle Finanze. Propone che si
crei un organo collegiale che chieda ed imponga ai singoli ministri
della spesa (Sanita', Previdenza, Ferrovie, Partecipazioni Statali)
precisi programmi pluriennali di rientro e rendiconti mensili sui
risultati, imponendo inoltre la indicazione di proposte
amministrative e legislative o di modificazioni strutturali, che essi
giudichino necessarie. Esprime infine, la propria amarezza per la
superficialita' ed indifferenza generale, con cui vengono affrontati
i complessi problemi dell' economia.
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