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38700
IDG851302396
85.13.02396 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Caselli Gian Carlo
Le idee, i dibattiti. Maxi-processi, giudici e pentiti
Messaggero, an. 107 (1985), fasc. 210 (17 agosto), pag. 2
D5101; D51310; D50126; F4252
(Sommario: Perche' c' e' differenza fra terrotisti e mafiosi che collaborano. Occorrono nuove garanzie. Non basta dire: il fine giustifica i mezzi)
L' A. (magistrato), dopo aver rilevato la stretta connessione esistente fra pentitismo e maxi-processi, sottolinea come i pentiti abbiano consentito ai magistrati di esaminare "dall' interno" i fenomeni della grande criminalita' organizzata, sia politica che comune. Il fenomeno ha pero' provocato seri problemi sul piano tecnico-giuridico, senza dimenticare che, soprattutto per quel che riguarda mafia e camorra, e' difficile distinguere quando il pentimento abbia il solo fine di inquinare le indagini. La Magistratura e' impegnata per sfruttare al massimo le potenzialita' del pentitismo, evitando al tempo stesso che vengano meno le garanzie processuali poste a tutela di ogni cittadino.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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