| L' A. sottolinea come, sia a livello scolastico che universitario, i
corsi di studio siano organizzati in modo tale da rendere del tutto
inutile il lavoro svolto, nel caso in cui non si sia raggiunto il
diploma. Ritiene percio' indispensabile una ristrutturazione dei
corsi di studio che preveda piu' cicli brevi e vari livelli di
qualificazione. Critica la legge sulla scuola secondaria, che solo
apparentemente da' l' opportunita' di svolgere un "ciclo breve"
biennale, e, successivamente, altri eventuali tre anni, ed insiste
nel rilevare come la scuola debba puntare soprattutto alla
flessibilita' dei curricoli, sul rifiuto dei canali non comunicanti,
sul carattere orientante del biennio iniziale, finalizzato sia alla
prosecuzione degli studi, sia a "uscite" verso specializzazioni
professionali o direttamente verso il lavoro.
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