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Documento


42264
IDG861301937
86.13.01937 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Grevi Vittorio
Il proposto referendum non basta a risolvere il problema della responsabilita' del giudice. Magistrato che sbaglia non paga
Sole, an. 122 (1986), fasc. 88 (15 aprile), pag. 4
D4026
Se col referendum venisse abrogata la normativa in vigore, che limita la responsabilita' civile del giudice, nel vuoto legislativo che verrebbe a prodursi si dovrebbe far ricorso ai principi generali del diritto. In sostanza, i magistrati finirebbero per essere civilmente responsabili degli atti compiuti nello svolgimento dell' attivita' giudiziaria anche a titolo di colpa. Un magistrato sottoposto al condizionamento psicologico della responsabilita' civile per colpa, non sarebbe piu' un magistrato libero e indipendente nell' esercizio delle sue funzioni. Inoltre, egli potrebbe correre il rischio di essere sottoposto a ricatto attraverso piu' o meno larvate minacce di avvio di un' azione di responsabilita' civile per colpa. Tutto questo non gioverebbe alla prioritaria esigenza di funzionalita' dell' amministrazione della giustizia. La via da seguire, sostiene l' A., e' un' altra. Occorre potenziare il meccanismo dei controlli, allo scopo di prevenire errori, ovvero di eliminarli con la massima tempestivita', e occorre, anzitutto, rivedere profondamente la normativa concernente il profilo della responsabilita' disciplinare. Entro questa cornice, nelle ipotesi in cui si debba procedere a risarcimento per provvedimenti risultati palesemente erronei, la soluzione preferibile sarebbe quella imperniata sulla individuazione dello Stato quale responsabile civile per l' operato dei suoi magistrati.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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