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42374
IDG861302047
86.13.02047 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
St. C.
Recupero edilizio. Non e' ancora conveniente su per le antiche scale
Mondo economico, an. 38 (1985), fasc. 44 (4 novembre), pag. 29
D1823; D18251
L' A. rileva come non si sia creato in Italia un "sistema di convenienze" capace di attirare verso il recupero edilizio investimenti pubblici e capitali privati. Infatti, molti fattori, tra cui leggi pensate quasi esclusivamente a privilegiare la nuova edilizia (da ultimo la l. n. 457 del 1978), la fiscalita' immobiliare (legge Formica) che ha favorito l' estremo spezzettamento della proprieta' immobiliare difficoltizzando il recupero su vasta scala e le stesse normative urbanistiche con la loro frequente farraginosita', hanno reso difficile anche il piu' banale intervento di ammodernamento sul patrimonio esistente. L' A. comunque, segnala che finalmente pare iniziata una tendenza inversa di cui sono protagonisti Comuni, imprese, Parlamento, istituti di credito. A Torino, per esempio, si e' costituita la "Centro storico s.p.a.", una societa' mista che raggruppa imprese private e la regione (con la Finpiemonte), che acquista gli alloggi degradati, li ristruttura e ne destina una parte all' affitto, una alla vendita in regime di edilizia convenzionata e una parte alle imprese che collocano le abitazioni sul libero mercato. Analoga esperienza e' in via di sperimentazione a Roma. L' A., infine, segnala la presenza in Parlamento di proposte di legge atte a snellire le procedure della l. n. 457 del 1978 e la proposta della sezione credito fondiario della Banca nazionale del lavoro che mira a mettere sul mercato mutui di favore destinati al recupero i cui interessi, a seguito di convenzione con i Comuni, sono in parte coperti a fondo perduto da quest' ultimi.
l. 5 agosto 1978, n. 457
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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