| L' A. si richiama ad una serie di vicende internazionali, dalla
rappresaglia americana contro la Libia alle conseguenze dell'
incidente di Chernobyl, per rilevare che il diritto individuale e
collettivo alla salvaguardia di beni fondamentali, come la salute e
la vita medesima, non puo' piu' essere garantito entro la cornice
giuridica e politica dello Stato nazionale. Sia l' attuazione della
rappresaglia che la costruzione di una centrale nucleare introducono
rischi gravissimi e danni suscettibili di estendersi sul territorio
di altri Paesi. Si renderebbe necessario perfezionare e valorizzare
le regole e le procedure, che storicamente si sono sviluppate, per la
disciplina dei contrasti. Al contrario, si assiste ad un processo che
va nella direzione opposta, che vede lo scavalcamento delle procedure
e delle organizzazioni internazionali. Non deve sembrare utopistico,
sostiene l' A., pensare, invece, che il diritto internazionale possa
svolgere un ruolo. Ruolo affidato, essenzialmente, al peso dell'
opinione pubblica, interna e internazionale, tutt' altro che
ininfluente, se si considera che nessuno Stato ammette di infrangere
il diritto internazionale.
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