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| IDG861302194 | |
| 86.13.02194 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
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| Fortuna Ennio
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| Parla un giudice. E' un compito difficile. Il limite del pudore?
Spesso resta un enigma
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| Gazzettino, an. 100 (1986), fasc. 95 (24 aprile), pag. 6
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| (testo con illustrazioni)
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| D51711
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| L' A. avverte che il concetto di comune sentimento del pudore e'
difficilmente definibile, ed e' comunque in continua evoluzione:
basti pensare ad opere cinematografiche giudicate dai piu' oscene
pochi anni fa, e che oggi nessuno si sognerebbe di mettere al bando.
Non si puo' pero' negare che il concetto di osceno sia obiettivamente
valido, in quanto ognuno "sente" che c' e' un limite oltre il quale
sente ferito il proprio sentimento del pudore; tale limite, peraltro,
varia nel tempo ed e' diverso per ogni persona. Il giudice ha il
compito ingrato di stabilire se un determinato atto o se una certa
opera offenda il senso del pudore "medio" dei cittadini; il compito
e' ancora piu' difficile quando si tratta di stabilire se un' opera,
per quanto oscena, sia da considerare artistica e quindi non
punibile. L' A. conclude che, nell' applicare le norme in materia, il
giudice puo' sbagliare, ma ha l' attenuante di operare in condizioni
di grande incertezza. (Titolo: 3 col / Testo: 1.4 col).
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| Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti
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