| L' A. esamina i problemi del lavoro femminile, lamentando in primo
luogo il permanere di una cultura che considera separatamente il
lavoro delle donne e il lavoro degli uomini; alle donne viene
concesso di esaminare i propri problemi lavorativi, ma non di
proporre strategie occupazionali valide sia per gli uomini che per le
donne. L' A. sottolinea poi la forte crescita delle donne fra la
popolazione attiva, verificatasi negli ultimi 10 anni, che dimostra
come vada scomparendo, o fortemente riducendosi, l' alternativa
lavoro-famiglia; tale crescita, contrariamente a quanto molti
pensavano, non si e' fermata con la crisi occupazionale, facendo
cosi' cadere la tesi delle donne come esercito industriale di
riserva. Ma insieme all' occupazione femminile, cresce anche la
disoccupazione femminile; apparentemente e' un paradosso, ma e'
invece la dimostrazione di un nuovo rapporto fra le donne e il lavoro
attivo. Affrontando poi i problemi esistenti all' interno delle
strutture lavorative, l' A. lamenta che le donne incontrino ancora
piu' difficolta' degli uomini nei percorsi di carriera; esiste quindi
ancora una segregazione di fatto, che peraltro non nasce nel mondo
del lavoro ma nella societa'. Dopo aver affermato che gli uomini
dovrebbero dividere con le donne il lavoro di servizio nella
famiglia, l' A. conclude sollecitando un riesame globale della
struttura dell' occupazione e del lavoro. (Titolo: 7 col / Testo: 3.1
col).
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