| L' A. osserva che in tema di riforme istituzionali si parla molto di
stabilita' ed efficienza dell' Esecutivo, e troppo poco di tutela dei
diritti di liberta'. Si dimentica cosi' che in una libera democrazia
la "governabilita'" non deve prevalere sul libero manifestarsi dei
singoli e dei gruppi. La proposta riduzione dello schieramento
elettorale a soli 3 partiti, ad esempio, puo' essere valida in Paesi
dove gia' esiste per motivazioni storiche e dove e' concesso ampio
spazio di partecipazione alle forze sociali, ma non puo' essere
imposta coattivamente per legge. E la liberta' dei singoli
parlamentari non puo' essere eccessivamente compressa, perche' il
Parlamento non e' solo il luogo dove si fanno le leggi e si
sostengono i Governi. L' A. ritiene che trasformando il Parlamento in
organo di registrazione degli atti governativi si aumenterebbe,
forse, l' efficienza, ma si diminuirebbe il livello di democrazia;
bisognerebbe, invece, puntare su una radicale riforma della p.a., il
cui pessimo stato e' alla base dell' attuale inefficienza. L' A.
conclude ribadendo che un' emotiva adesione alle mode
efficientistiche rischia di travolgere i fondamenti della liberta'.
(Titolo: 2 col / Testo: 1.4 col).
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