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Documento


42932
IDG861302605
86.13.02605 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Scarpelli Uberto
Abuso edilizio, mercato e buona fede
Mondo economico, an. 39 (1985), fasc. 46 (18 novembre), pag. 15
D18239; D18222
L' A. sostiene che le normative di cui alla l. 28 febbraio 1985, n. 47 e alla l. 21 giugno 1985, n. 298, in materia di condono edilizio, rappresentano esempi eclatanti della crisi legislativa e amministrativa in cui versa il nostro Paese, e dello stravolgimento, in materia, del corretto rapporto fra il diritto pubblico e il diritto privato. A questo riguardo, in particolare, le normative in questione rappresentano una clamorosa dichiarazione di fallimento del controllo pubblico sull' edilizia. L' onere di domandare il condono viene posto a carico del proprietario attuale anche per gli abusi precedenti l' acquisto. Cio' significa, in pratica, che chiunque abbia comprato un immobile deve farsi, per cosi' dire, funzionario pubblico, per scoprire gli abusi non scoperti a tempo debito dalla p.a.. La tutela per via privatistica degli interessi pubblici viene poi accentuata con norme introduttive della nullita' per gli atti di trasferimento fra vivi, quando non l' accompagni la documentazione utile a provare l' originaria o sopravvenuta regolarita' amministrativa degli immobili.
l. 28 febbraio 1985, n. 47 l. 21 giugno 1985, n. 298
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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