| L' A. osserva che il grado di civilta' di un Paese e' dimostrato
dallo stato di carceri, tribunali, ospedali, ecc., tutti luoghi in
cui l' individuo e' in balia di altri. E' da considerare incivile,
prosegue, l' uso delle manette per gli imputati detenuti che vengono
trasferiti dal carcere al Tribunale, ed e' quindi auspicabile che
venga approvato un disegno di legge, presentato nel 1985, che ne
prevede l' abolizione. Lo spettacolo offerto dai detenuti in catene
e' avvilente e non piu' tollerabile, ed e' aggravato dal fatto che
viene consentito a fotografi e operatori televisivi di riprendere
uomini e donne in attesa di giudizio. L' A. afferma inoltre che
sarebbe sufficiente una semplice circolare ministeriale per impedire
che venga data pubblicita' alla circolazione di documenti giudiziari
che riguardano cittadini: citazioni, convocazioni, avvisi di reato
devono circolare con la necessaria segretezza. L' A. conclude
auspicando che cambi il modo di pensare, secondo cui chi si trova in
Tribunale o in carcere e' un criminale; chiunque, invece, puo'
transitarvi, per colpa o per errore. (Titolo: 2 col / Testo: 1.2 col)
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