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Documento


43172
IDG861302845
86.13.02845 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Ippolito Franco
Argomenti. I magistrati non possono stare a guardare
Messaggero, an. 108 (1986), fasc. 169 (22 giugno), pag. 20
D4026; D0231
L' A. (segretario generale di "Magistratura democratica") afferma che se i referendum sulla giustizia avessero esito positivo, nessuno dei problemi che, in questa materia, preoccupano i cittadini verrebbe avviato a soluzione; infatti l' iniziativa referendaria riduce la crisi della giustizia alla responsabilita' dei magistrati. Sostiene che questi, nell' attuale situazione, non devono chiudersi in ottiche corporative, ma devono cercare un aperto confronto sulle piu' urgenti riforme processuali e di ordinamento, con priorita' per la riforma in senso accusatorio del codice di procedura penale. A prescindere dal referendum, che rivela atteggiamenti strumentali, non si puo' eludere il problema della responsabilizzazione dei giudici; gli stessi giudici, peraltro, devono farsi carico di soluzioni che da un lato assicurino il ristoro dei danni ingiustamente sofferti dai cittadini, e dall' altro evitino che la parte lesa possa agire contro il giudice a scopo di intimidazione o di ritorsione. L' A. conclude che alcuni sostenitori dei referendum puntano al ridimensionamento della valenza del Cons. Sup. Mag. e dell' associazione dei giudici; la Magistratura si deve impegnare tutta in una battaglia ideale per difendere, appunto, l' associazionismo quale elemento essenziale di crescita culturale. (Titolo: 2 col / Testo: 0.8 col).
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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