| L' A. si richiama a una dichiarazione del ministro degli Interni,
Oscar Luigi Scalfaro, a sostegno del disegno di legge, all' ordine
del giorno della Commissione Affari Costituzionali della Camera, che
prevede l' estensione del divieto di iscrizione ai partiti, oltre ai
magistrati, ai militari di carriera, ai rappresentanti diplomatici e
consolari. Secondo l' A., questa limitazione contrasta con gli artt.
3 e 49 della Costituzione. Se l' affermazione di Scalfaro intende
riferirsi al fatto che i partiti sono diventati strumenti di
costrizione cosi' potenti da soffocare la coscienza, l' intelligenza,
la preparazione culturale e la professionalita' dei singoli, talche'
un iscritto e' un uomo incapace di equilibrio e di razionalita',
allora bisognerebbe intervenire sui partiti. Resta comunque strano
che in questa Repubblica dove con certe tessere politiche non si
entrava nemmeno a lavorare, mentre era obbligatorio possederne un'
altra; dove alti ufficiali dello Stato appartenenti ad associazioni
segrete, proibite dalla Costituzione, sono tuttora in servizio; dove
certi magistrati, "senza essere iscritti al superpartito mafia,
ubbidiscono a ordini che vengono da lontano", si possa pensare che
una tessera politica possa condizionare il magistrato. (Titolo: 5
col/Testo: 1 col).
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