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Documento


43213
IDG861302886
86.13.02886 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Riva Massimo
Chi vuole il "perdono di Stato"?
Repubblica, an. 11 (1986), fasc. 129 (3 giugno), pag. 1
D50411; D64040
L' A. avverte che il disegno di legge sull' amnistia, oggi in discussione al Consiglio dei Ministri, suscita non poche perplessita'; molti infatti, anche fra i suoi proponenti, lo considerano poco opportuno. Il Presidente della Repubblica, nel discorso tenuto di recente in occasione del quarantennale della Repubblica, si e' ben guardato dal menzionare l' amnistia; ma e' assai significativo che abbia indicato come prioritari, per risolvere i problemi della giustizia, interventi di tutt' altro genere. L' A. lamenta che siano incerte la paternita' politica del provvedimento e le sue finalita', e afferma che i provvedimenti di clemenza appartengono ad una visione primitiva dello Stato di diritto; inoltre non si puo' pensare che l' amnistia possa risolvere il problema principale della giustizia italiana, quello della lentezza. Se si pensa che i ritardi abbiano provocato delle gravi situazioni di ingiustizia, bisognerebbe varare un semplice provvedimento di indulto. L' A. si rifiuta di prendere in considerazione l' ipotesi, da qualcuno ventilata, che l' amnistia abbia lo scopo di favorire i colpevoli di reati politico-finanziari, ma ribadisce che sono incomprensibili i motivi che spingono il Governo a promuovere un' amnistia prima delle riforme processuali. (Titolo: 5 col / Testo: 1.6 col).
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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