| L' A., tenuto conto dei calcoli secondo i quali con il progettato
provvedimento di amnistia si potrebbe avere la liberazione di
settemila detenuti e l' estinzione di almeno tre milioni di
procedimenti penali, riconosce che ne potrebbe derivare un innegabile
respiro per la nostra asfittica giustizia penale. Rileva, per contro,
che l' attesa dell' atto di clemenza dara' occasione a deprecabili
rinvii. Comunque, giacche' il Governo ha predisposto il disegno di
legge, e' auspicabile che il Parlamento non ne alteri la fisionomia
ampliandone la portata. L' A. ritiene che si debba tenere ferma l'
esclusione dall' amnistia dei reati piu' gravi di terrorismo, e
soprattutto di ogni forma di grave disonesta' da parte di uomini
pubblici. Conclude che, di fronte al cronico disservizio della
giustizia, un' amnistia non puo' essere che un modesto tampone, e
indica, anche alla luce del messaggio di Cossiga del 2 giugno, i piu'
gravi e urgenti problemi da affrontare, a cominciare dalla riforma
del processo civile, di quello penale e del sistema carcerario.
(Titolo: 3 col / Testo: 1.1 col).
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