| L' A. manifesta perplessita' sulle proposte di referendum nel settore
della giustizia, perche' vengono formulate dai partiti anziche', come
sarebbe piu' giusto, da movimenti di opinione, e perche' si tratta di
leggi complesse e articolate, tali da rendere difficile una scelta
fra "si'" e "no". Ritiene che solo un tema, quello dell' Inquirente,
si presti a un giudizio diretto dei cittadini; peraltro se ne
potrebbe fare a meno, giacche' e' pendente alla Camera, in questa
materia, un progetto di legge gia' approvato dal Senato. I partiti
che hanno promosso il referendum potrebbero operare piu' utilmente a
Montecitorio per il tramite dei loro gruppi parlamentari. L' A.
ribadisce, invece, che sarebbe pericolosa e foriera di possibili
intimidazioni una abrogazione degli artt. 55, 56 e 74 c.p.c., che
equiparerebbe i magistrati a tutti i dipendenti pubblici sotto il
profilo della responsabilita'; e' un settore nel quale sarebbe
opportuno approvare una legge per regolare la responsabilita'
disciplinare del giudice. Conclude che nello stesso modo sarebbe
possibile provvedere, approvando sulla base di un progetto
repubblicano una legge per la riforma del Cons. Sup. Mag., cui si
riferisce il terzo dei referendum proposti. (Titolo: 2 col / Testo:
1.4 col).
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