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Documento


43423
IDG861303096
86.13.03096 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
g.t.
Sulla giustizia non si puo' scavalcare il Parlamento
Voce rep., an. 65 (1986), fasc. 120 (19 giugno), pag. 1
D4026; D0231; D02138; D02113
L' A. manifesta perplessita' sulle proposte di referendum nel settore della giustizia, perche' vengono formulate dai partiti anziche', come sarebbe piu' giusto, da movimenti di opinione, e perche' si tratta di leggi complesse e articolate, tali da rendere difficile una scelta fra "si'" e "no". Ritiene che solo un tema, quello dell' Inquirente, si presti a un giudizio diretto dei cittadini; peraltro se ne potrebbe fare a meno, giacche' e' pendente alla Camera, in questa materia, un progetto di legge gia' approvato dal Senato. I partiti che hanno promosso il referendum potrebbero operare piu' utilmente a Montecitorio per il tramite dei loro gruppi parlamentari. L' A. ribadisce, invece, che sarebbe pericolosa e foriera di possibili intimidazioni una abrogazione degli artt. 55, 56 e 74 c.p.c., che equiparerebbe i magistrati a tutti i dipendenti pubblici sotto il profilo della responsabilita'; e' un settore nel quale sarebbe opportuno approvare una legge per regolare la responsabilita' disciplinare del giudice. Conclude che nello stesso modo sarebbe possibile provvedere, approvando sulla base di un progetto repubblicano una legge per la riforma del Cons. Sup. Mag., cui si riferisce il terzo dei referendum proposti. (Titolo: 2 col / Testo: 1.4 col).
art. 55 c.p.c. art. 56 c.p.c. art. 74 c.p.c.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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