| L' A. fa alcune considerazioni sul progetto di legge sulla violenza
sessuale in discussione al Senato. Condivide pienamente la
collocazione del reato di violenza sessuale tra i delitti contro la
persona, anziche', come previsto sino ad oggi, contro la moralita'
pubblica e del buon costume; esprime, viceversa, alcuni dubbi sull'
opportunita' dell' unificazione delle fattispecie di reato, atti di
libidine violenta e violenza carnale, per le notevoli conseguenze che
deriverebbero dal passaggio radicale, dall' attuale alla nuova
situazione. Per quanto riguarda gli atti sessuali sui minori, riporta
che, dopo lunghe discussioni, dovute alla delicatezza dell'
argomento, e' stato deciso di fissare l' eta' minima del consenso ai
14 anni; tuttavia, per ribadire il diritto del bambino alla
inviolabilita', un emendamento democristiano prevede l' aggravamento
della pena, quando gli atti sessuali siano compiuti sul minore di
anni 10. In merito al problema della violenza sessuale in un rapporto
di coniuge o di convivenza, osserva come la questione sia cosi'
complessa da rendere piuttosto insensata la pretesa di affidarne alla
legge la risoluzione, quando sarebbero assai piu' efficaci interventi
della societa' civile, quali: promozione di una cultura della
dignita' sessuale e della non violenza, sostegno alla coppia in
difficolta', e quindi piena applicazione della l. n. 405, istitutiva
dei consultori familiari. Esprime, infine, alcuni dubbi sull'
opportunita' della partecipazione dei movimenti femminili ai processi
contro delitti di violenza sessuale.
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