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Documento


43473
IDG861303146
86.13.03146 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Scarpelli Uberto
Abrogare non significa riformare
Mondo economico, an. 39 (1986), fasc. 12 (31 marzo), pag. 28
D021030; D023; D0231; D4026; D02113; D02138
L' A. si richiama all' iniziativa referendaria in materia di giustizia, per svolgere alcune considerazioni. Sull' iniziativa in generale, l' A. ritiene che essa proponga il problema fondamentale di una revisione costituzionale per quanto attiene il funzionamento del Parlamento, che non riesce ad approvare disegni di legge urgenti come, appunto, quelli di riforma delle materie oggetto di referendum. Per quanto riguarda le proposte referendarie, l' A. si dichiara consenziente con quella sulla Commissione Inquirente e con quella sul Cons. Sup. Mag.. Solleva dubbi, invece, per quanto riguarda l' allargamento delle responsabilita' dei magistrati, in quanto c' e' il rischio di un grave condizionamento delle azioni e decisioni giudiziarie. Per quanto riguarda, poi, l' istituto referendario, ritiene che esso abbia poco senso in quanto puramente abrogativo. Un referendum non dovrebbe creare un buco legislativo, ma segnare un indirizzo di politica legislativa.
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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