| L' A. rileva che la definizione di regole del gioco nei conflitti
sindacali, compito che lo Stato ha rifiutato in 40 anni di vita
democratica, va facendosi strada nell' ambito dell' autonomia delle
parti. Nota che se mutano le premesse di valore, nel senso di una
esplicita accettazione delle ragioni di coesistenza tra le parti,
puo' aprirsi una fase di rifondazione in cui le regole non siano
affidate ad una variabile in gran parte imprevedibile come e' il
rapporto di forza. Occorre creare una rete normativa idonea a
concentrare la conflittualita', diminuendo al massimo la dispersione
di essa. Suggerisce in tal senso poche e chiare norme dirette a
limitare le conseguenze abnormi dei conflitti, limitandone la
ripercussione sugli utenti, prevedendo strumenti alternativi,
prescrivendo la regola conciliativa e arbitrale, imponendo l'
apertura tempestiva delle trattative ad ogni scadenza, ecc. (Titolo:
2 col / Testo: 1.3 col).
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