| Il progetto di legge presentato alla Camera, elaborato dal CNEL,
disegna un modello di partecipazione che non e' "ne' carne ne'
pesce". Esso non propone un modello partecipativo secondo il tipo
fornito dalla "Mitbestimmung" tedesca, ne' assimilabile al modello
della c.d. partecipazione "below board". Il progetto di legge
prevede, per le imprese sociali con un numero di 300 dipendenti, la
costituzione di un "Comitato consultivo" di formazione mista, tre
quinti dei seggi riservati ai rappresentanti dei lavoratori e due
quinti agli azionisti. Evidenziata la caratteristica ibrida di questo
Comitato, e l' ambiguita' giuridica, la cosa piu' grave, sostiene l'
A., e' che il progetto, mentre si limita ad attribuire a tale organo
una mera funzione consultiva, prevede anche la sanzione dell'
invalidita' o della nullita' delle delibere adottate dagli organi
sociali che non siano state precedute dalla consultazione del
Comitato. Il progetto di legge appare, in definitiva, criticabile,
perche' di fatto inserisce un organo, dominato dai lavoratori, nell'
amministrazione aziendale, senza che ai membri di questo organo sia
attribuita qualche responsabilita', e senza un simultaneo riassetto
degli altri organi delle imprese societarie e dei loro rapporti
interni.
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