| L' A., sottosegretario alla Difesa, si inserisce nel dibattito sul
problema di una scelta tra esercito di leva o di popolo, come vuole
la nostra Costituzione, ed esercito di mestiere. L' A. sostiene che,
al di la' del dettato costituzionale, che non ritiene di modificare,
o della opportunita' politica, che appare contraria all' esercito di
mestiere, ragioni di efficienza tecnologica, di economia e di
integrazione tra societa' civile e societa' militare continuano a far
privilegiare il mantenimento del servizio militare obbligatorio. Per
adattare le Forze Armate alle esigenze dei tempi, tuttavia, occorrono
adeguate riforme, tra cui il miglioramento marginale della quota di
militari a lunga ferma per la Marina e l' Aeronautica, mentre per l'
Esercito dovrebbero esserne previste alcune decine di migliaia.
Vengono indicate, pero', una serie di precondizioni alla
realizzazione di questa riforma. (Titolo: 2 col/Testo: 2 col).
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