| L' A., prendendo spunto da un precedente articolo di Gino Giugni,
osserva che a prima vista sembra possibile trovare un accordo per
delineare un nuovo garantismo che, da un lato tenga conto della
flessibilita' reclamata dai nuovi modi di produrre e, dall' altro,
non abbandoni il lavoratore all' arbitrio di chi si improvvisa
"impresario". Avverte, pero', che ogni iniziativa in materia e'
estremamente problematica, essendo il garantismo lo strumento
principale del potere sindacale. Lamenta che, di fatto, si stia
procedendo ad una "deregulation all' italiana" in materia di lavoro,
in cui chi puo' fa i suoi comodi. (Titolo: 1 col / Testo: 0.9 col).
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