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Documento


53291
IDG881303045
88.13.03045 - Ist. Doc. Giur. / CNR - Firenze
Rodota' Stefano
Il diktat dei Cinque
Repubblica, an. 13 (1988), fasc. 225 (16 ottobre), pag. 12
D02113
L' A. traccia un bilancio del dibattito parlamentare che ha portato alla limitazione del voto segreto. A suo giudizio, il dato fondamentale e' rappresentato dalle gravi forzature regolamentari che la maggioranza ha dovuto porre in atto per conseguire l' obiettivo prefisso. I parlamentari di fatto non hanno potuto presentare alcun emendamento, e sono stati posti di fronte al "diktat" della maggioranza che ha consentito di votare solo sulle proprie proposte. Di fronte a questa vicenda, il passaggio dal voto segreto al voto palese assume un significato secondario; il fatto piu' importante e' "la proterva affermazione della maggioranza di non rispettare le regole esistenti, ma di farsi le proprie regole minuto per minuto, a seconda dei propri interessi". In questa occasione il Capo dello Stato e i presidenti delle Camere hanno mancato il ruolo di "difensori della Costituzione". L' A. conclude che la vicenda del voto segreto, con le soluzioni scelte dalla maggioranza, rischia "di essere l' avvio di un processo di mutamento del nostro sistema politico all' insegna di una perdita progressiva del senso delle istituzioni e del valore del diritto". (Titolo: 2 col / Testo: 1.5 col).
Rassegna stampa a cura di: G. Ipsevich, S. Stoppoloni, E. Zampetti



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